Greta Thunberg batte Donald Trump: è la «Persona dell'Anno» del magazine americano Time. La sedicenne attivista svedese, che ha fatto milioni di proseliti nel mondo con la sua protesta contro i cambiamenti climatici, ha conquistato la prestigiosa e ambita copertina che dal 1927 ogni dicembre ritrae la persona che, nel bene o nel male, ha segnato gli ultimi dodici mesi. Greta, la più giovane Persona dell'anno sulla rivista, ha battuto il presidente degli Stati Uniti, negazionista sul global warming e ironico sino al sarcasmo sulla ragazzina con la sindrome di Asperger. La copertina è stata «sfilata» anche alla speaker della Camera Nancy Pelosi, alla talpa della Cia che ha fatto scattare il meccanismo dell'impeachment di Trump e ai manifestanti di Hong Kong.
E Greta sarà a Torino, venerdì 13, per il tradizionale appuntamento del movimento FridaysForFuture. «Ci vediamo alle 15 in piazza Castello - scrive l'attivista svedese sui social - Non vedo l'ora di unirmi allo sciopero per il clima a Torino, in Italia, sulla via del ritorno a casa». La sedicenne si trova infatti a Madrid per la Conferenza dell'Onu, Cop25, sui cambiamenti climatici.
Da attivista solitaria che ogni venerdì dall'agosto 2018 non andava a scuola per fare lo «sciopero per il clima» davanti al Parlamento di Stoccolma con un cartello scritto a mano e ormai diventato anche quello un simbolo, Greta (ormai non serve neanche più dire il cognome) si è scoperta suo malgrado la paladina globale dei diritti dei più deboli, delle giovani generazioni come delle popolazioni più povere colpite dagli effetti del riscaldamento globale. Il suo sciopero ha diffuso via via la consapevolezza dei rischi del riscaldamento globale che ha prodotto il movimento il «Fridays for future», fatto soprattutto di giovani ma non solo. E a loro ha dedicato questa copertina: «Wow, incredibile - ha twittato Greta ai suoi oltre tre milioni di follower - Voglio condividere questo grandissimo onore con tutti quelli che fanno parte del movimento Friday for the Future e con tutti gli attivisti per l'ambiente nel mondo». Ricordata per il suo sguardo feroce verso Trump, che sprezzante l'aveva presa in giro per il durissimo e appassionato discorso fatto all'Onu nel settembre scorso, Greta è sempre andata avanti. Ha usato parole dure contro capi di Stato e di governo l'anno scorso alla Conferenza sul clima in Polonia per la scarsa attenzione verso quello che dice la scienza e verso i giovani, fra cui loro «figli e nipoti». A Madrid da una decina di giorni (di rientro dagli Usa in catamarano per la sua scelta di vivere quanto più possibile a zero emissioni), con la sua immancabile borraccia rossa ha partecipato venerdì scorso allo sciopero per il clima (la stima è di 500mila persone) e da lunedì è intervenuta ad alcuni eventi alla Conferenza Onu sul clima.
Nell'ultimo non ha usato toni appassionati ma si è chiesta come mai fra i leader dei Paesi più ricchi «non c'è panico, non c'è un senso di emergenza» nè di «urgenza» nell'affrontare il problema del cambiamento climatico alla luce di tanti studi scientifici. Ha detto, però, rivolta ai negoziatori che «ingannano» la gente facendo negoziati che in realtà non segnano la svolta. «Non abbiamo più tempo per ignorare la scienza», ha ribadito elencando una serie di dati sul riscaldamento globale nel giorno in cui altri studi scientifici mettono in allarme sull'acidificazione degli oceani (88 aziende di combustibili fossili avrebbero grande responsabilità) o indicano che le imprese italiane stimano oltre 40 miliardi di euro per i rischi collegati al climate change.
E dallo spazio «sono evidenti gli effetti del clima che cambia» assicura l'astronauta Luca Parmitano, collegato dalla Stazione Spaziale con esperti riuniti alla Cop. Quella del clima è la sfida del 21esimo secolo, e l'Italia è molto impegnata nell'affrontarla, ha assicurato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa evidenziando i risultati raggiunti dal nostro Paese, che sta già lavorando ad accogliere la pre-Cop26 a Milano dedicando ampio spazio proprio ai giovani. Che a Madrid sono scontenti di come vanno i negoziati (non sarebbero a buon punto mentre ci si avvicina alla fine) e hanno protestato dentro e davanti la sala delle riunioni di alto livello chiedendo «azione ora». Ma il Comitato europeo delle Regioni, nel ricordare la grande responsabilità dei governi locali nella lotta al cambiamento climatico rispetto alle politiche nazionali rivendica risultati degli enti locali e chiede di poter entrare nei negoziati dei governi con un ruolo più diretto per dare il proprio contributo ai tavoli di decisione. Intanto, dopo il suo ultimo appello Greta annuncia che a Natale trascorrerà un po' di tempo in famiglia. «Se non ti prendi delle pause, non sei in grado di andare avanti», dice lasciando la Cop di Madrid.
ilgazzettino Fonte: ilgazzettino.it - Data: 11 dicembre 2019