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Jovanotti: "Basta con cialtroni e polemiche sul mio tour. Il mondo ambientalista più inquinato delle fogne"

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Duro sfogo di Jovanotti contro chi cerca di ostacolare il suo tour "in nome dell'ambiente ma senza verificare i fatti. Noi ci fidiamo del consiglio del Wwf". La replica di Legambiente: "Abbiamo fatto rilievi puntuali su tre spiagge"

di GIACOMO TALIGNANI

QUANDO l'hanno attaccato perfino sui fenicotteri rosa, Lorenzo Cherubini ha perso definitivamente la pazienza. Così, con un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook, Jovanotti ha deciso di sfogarsi una volta per tutte contro alcune associazioni e quelli che lui ritiene "pseudo ambientalisti", sedicenti ecologisti e decine di altre figure che continuano ad attaccare - soprattutto dal punto di vista ambientale - il "Jova Beach Tour" sulle spiagge e l'impatto che il mega concerto potrebbe avere nei confronti della natura.

Quando fu annunciato il mega tour di Jovanotti a fine 2018 il cantante si presentò sul palco affiancato dalla presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi, con tanto di panda peluche: spiegò che la sua grande festa sarebbe stata fatta solo a condizione di rispettare la natura, a partire dalle attenzioni necessarie per portare a più di 40 mila persone su una spiaggia e fare sì che il giorno dopo risultasse pulita. Così spiegò di iniziative plastic-free per evitare la dispersione dei rifiuti e di attenzioni precise tutte rivolte all'ambiente. Poi però arrivò il fratino e subito dopo Reinhold Messner (che dopo il concerto di Plan de Corones ha stretto la mano all'artista). Nel primo caso, per via della nidificazione degli uccelli vicino alle spiagge, lo stesso Jova decise di spostare di qualche chilometro la tappa prevista a Ladispoli, portandola sulla spiaggia di Marina di Cerveteri. Il famoso alpinista invece polemizzò con il cantante per "disturbare la quiete della montagna", ma il concerto a Plan de Corones è comunque andato in scena.

Sempre dalla Romagna è poi arrivata recentemente l'accusa a mezzo stampa, da parte di ornitologi e associazioni, sul fatto che lo spettacolo potesse disturbare i fenicotteri rosa presenti nelle vicine lagune. In mezzo, mesi di polemiche da Rimini a Cerveteri, da Vasto a Roccella Jonica o all'Isola Dino, in Calabria, dove la tappa del tour è stata messa nel mirino da chi temeva l'impatto sulla " primula di palinuro (Primula palinuri Petagna)".

Accusa dopo accusa e concerto dopo concerto Jovanotti ha reagito a più riprese, prima decidendo di annullare o spostare alcune tappe, poi replicando alle polemiche come quella con Messner e infine chiosando sulle critiche più futili. Ora però, furioso per altrettante critiche al suo show estivo, ha deciso di sfogarsi, ricordando che "quando abbiamo iniziato a progettare JBP la primissima cosa che abbiamo fatto è stato contattare il Wwf per poterli incontrare per raccontare l'idea e chiedere a loro un parere, e sono stato io personalmente a metterla come condizione di partenza".

Loda il Wwf come punto di riferimento che ha "un vero comitato scientifico e una rete vera e diffusa di operatori ed osservatori" in grado di consigliarlo al meglio. Nonostante ciò, a sua sorpresa, spiega che "non mi sarei mai aspettato, nonostante non sia un ingenuo rispetto a questo genere di cose, che il mondo dell'associazionismo ambientalista fosse così pieno di veleni, divisioni, inimicizie, improvvisazione, cialtroneria, sgambetti tra associazioni, protagonismo, narcisista, tentativi di mettersi in evidenza gettando discredito su tutto e su tutti, diffondendo notizie false, approfittando della poca abitudine al "fact checking " di molte testate. Il mondo dell'ambientalismo è più inquinato dello scarico della fogna di Nuova Delhi!". Poi prosegue togliendosi qualche sassolino, indirizzato anche a Legambiente ed Enpa.

"Pensavo e penso ancora che la collaborazione con il WWF sia garanzia di rispetto delle aree. Invece un delirio nei social, una miriade di cazzate sparate a vanvera da chiunque, una corsa al like facile da parte di sigle e siglette che hanno approfittato ogni giorno della visibilità offerta da un nome popolare e da un grande evento per cavalcare l'onda, mettersi in mostra, inventare palle, produrre prove false che nessuno mai verificherà perché la rete è così. Addirittura "Lega ambiente" e "Ente Nazionale Protezione Animali" recentemente sono cascate in una trappola tesa loro dai mitomani che se non fossero pericolosi farebbero anche ridere (sono emerse storie che superano sceneggiature di commedie grottesche).

Hanno detto che abbiamo abbattuto alberi, sterminato colonie di uccelli, spianato dune incontaminate, costruito eliporti (eliporti!!!!!), disorientato fenicotteri, prosciugato stagni, gettato napalm sulle piantagioni di canna da zucchero del sud-est asiatico, trivellato il mare, assoldato mercenari, mostrato ascelle a gente che non gradisce certe sconcerie (soprattutto non gradisce la ascelle), sudato troppo, goduto troppo, ballato troppo, cantato troppo, disturbando sia Don Camillo che Peppone".

Davanti alle accuse ricevute Jovanotti racconta di essersi sempre confrontato con il Wwf e di aver ottenuto risposte per andare avanti. "C'era una criticità (non accertata pienamente, diciamo un rischio di criticità) sulla spiaggia di Ladispoli e ci siamo spostati. Le altre spiagge dove JOVA BEACH Party ha portato gioia, messaggi seri sui comportanti adottabili da subito per ridurre il proprio impatto ambientale, amore, cultura, economia, goduria, coraggio, spirito avventuroso e originalità sono tutte spiagge dove ci vanno le persone per tutto l'anno e tutta l'estate, luoghi popolari, spesso affollati. Ci siamo presi cura di ogni aspetto legato alla tutela dell'ambiente investendo più delle risorse disponibili, e ci siamo sottratti alla spocchia pelosa di molti farabutti che dietro alla maschera dell'ambientalismo nascondono ansia di protagonismo quando non disonesta ricerca di incarichi ben pagati con denaro pubblico o donazioni di gente raggirata con false immagini a effetto, ripeto: false, taroccate, inventate, decontestualizzate, drammatizzate ad arte. Pensate che in una spiaggia una delle tante denunce preventive che abbiamo avuto sosteneva che avremmo danneggiato una specie floreale e allegava foto specifiche che poi si sono rivelate essere fiori che crescono nel sud del Pacifico, fiori che nel mediterraneo non esistono neanche dal fioraio. Hanno detto bugie a raffica, ogni giorno taggando me per sbracciarsi nella folla dei social per un follower in più".

Infine, chiosa ricordando che l'ecologia non è fatta per i faziosi. "Il JBP non si mette maschere, è tutto alla luce del sole, siamo stati costantemente controllati, monitorati dalle autorità che giustamente verificano ogni singolo dettaglio. Jova Beach Party parla di comportamenti da adottare con l'obiettivo di ridurre l'impatto ambientale a centinaia di migliaia di persone intelligenti, aperte, evolute, e non lo fa via Twitter ma sul posto, e lo fa senza puntare il dito per darsi delle arie, lo fa senza infondere assurdi sensi di colpa a una generazione che deve trovare entusiasmo nell'idea di cambiamento e di progresso e non imbattersi in cupi pseudo amanti della natura buoni sono ad inquinare il web con le loro cazzate e anatemi.

L'ecologia è una scienza, se si trasforma in terreno di scontro di tifoserie è un danno per tutti, non si tratta di giocare a discutere se la terra è piatta o se l'aglio scaccia i vampiri ma di scienza, comportamenti, tecnologia, obiettivi a breve e lungo termine, politiche locali, nazionali e internazionali, studio, ricerca, ispirazione, competenza, risorse, investimenti, impegno, analisi seria dello stato delle cose, senza panico e con voglia di collaborare. Ciao a tutti".

A Jovanotti hanno replicato sia Legambiente, sia l'Enpa. "Non abbiamo criticato il Jova Beach Party, noi abbiamo fatto rilievi puntuali su tre tappe: quella in provincia di Ferrara, sulla tappa di Policoro in Basilicata e di Roccella Jonica in Calabria, nella prima c'era un problema sulla presenza del fratino, sulle altre due di nidificazione delle tartarughe Caretta caretta. Così come si è trovata un'altra soluzione a Ladispoli, si poteva trovare un'altra localizzazione anche in queste altre località", ha detto il presidente di Legambiente Stefano Ciafani.

"Jovanotti ha diritto di chiamare in causa chi crede ma è anche vero che se uno pensa di fare dei concerti, che per fortuna sua sono così affollati, in un'ecosistema fragile non può aspettarsi che stiamo lì a guardare - la replica di Carla Rocchi, presidente dell'Enpa - Lui fa giustamente la sua iniziativa, noi facciamo le nostre osservazioni. Mi domando se il diritto di critica è abolito? Tutti sono criticabili e quindi anche lui, nessuno casca nelle trappole. Lui ci ha criticati, io ho diritto di criticare lui", conclude.

 

La Repubblica  - Fonte: La Repubblica - Data: 02 Settembre 2019 - Autore: Giacomo Talignani

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